Quando, nel corso dell’estate 2017, il Centro Studi Judicaria ci informò che il Circolo culturale “Stenico 80 – Giuseppe Zorzi” aveva ritrovato e trascritto la Carta di Regola di Andalo del 1623, poco ci mancava che gridassimo al miracolo. La Carta, citata da molti e mai pubblicata, risultava dispersa e l’ultimo suo “avvistamento” risaliva al 1901 allorché lo storico Desiderio Reich, riportandone alcuni stralci nel suo libro dedicato a Castel Belfort, la collocava nell’archivio del Comune di Andalo, archivio dal quale però, in seguito, sparì.

 

Graziano Riccadonna, presidente del Centro Studi, chiarì tuttavia che il documento ritrovato non era l’originale bensì la riproduzione di una copia autentica settecentesca (1745) che riportava, in calce, un Accordo di confinazione della Malga Ceda fra gli abitanti di Andalo e i “Banalli”. Convinti che tale scoperta archivistica meritasse la dovuta attenzione, abbiamo accolto con favore il progetto del Centro Studi di pubblicarla sulla rivista Judicaria nel numero di dicembre 2017. In più, per valorizzarla al massimo, in accordo con il sindaco Alberto Perli abbiamo deciso di stamparla in questo volume con l’obiettivo di distribuirla a tutte le famiglie di Andalo.

 

Ci siamo messi subito al lavoro per studiare la Carta di Regola, produrne un commento appropriato e scrivere un’introduzione storica. Fu ben presto chiaro, però, che la trascrizione di un documento del Seicento sarebbe risultata un lavoro certamente nobile, ma di difficile comprensione al pubblico a causa della sua lingua infarcita di formule giuridiche, voci dialettali molte delle quali desuete, e svolazzi barocchi. Abbiamo perciò deciso di “tradurre” la Carta nell’italiano contemporaneo, sciogliendo le formule oscure e stendendo il racconto dei vari capitoli in una scrittura semplificata e piana, attenendoci tuttavia in maniera rigorosa al testo originale.

 

Abbiamo poi comparato la Carta di Andalo con quelle di Fai – Zambana (1590) e di Cavedago (1666), entrambe pubblicate nella monumentale opera in tre volumi di Fabio Giacomoni: “Carte di Regola e statuti delle comunità rurali trentine”, edito nel 1991. Ne abbiamo ricavato una serie significativa di informazioni utili per comprendere in profondità lo spirito di questo documento fondativo della comunità paesana.

Rimaneva ancora un “buco” riguardo alla Carta di Regola di Spormaggiore, ampiamente citata da don Pietro Micheli nel libro “Sulle sponde dello Sporeggio” del 1977 e anch’essa non disponibile nei nostri archivi locali. Pure della Carta di Molveno non avevamo grandi notizie.

 

Ma su quest’ultima, ci è venuto in soccorso lo storico Silvio Girardi che aveva trattato l’argomento in diverse pubblicazioni. In un libro del 1973, “Molveno Andalo Fai della Paganella: profilo storico-turistico e alpinistico” era inserita la fotografia della prima Carta di Regola forestale di Molveno (1507); lo stesso autore aveva poi trascritto nel più recente “Andalo Molveno Fai della Paganella: nella storia regionale”, la Carta di Regola vera e propria del 1760.

 

Nel frattempo, grazie all’interessamento di Renato Lochner, ex sindaco di Spormaggiore e cultore di storia locale, siamo entrati in possesso della riproduzione di una copia secentesca della Carta di Regola di Spormaggiore (1585), completando così il quadro della documentazione delle Regole dell’Altopiano della Paganella.

 

Mentre ci stavamo avviando verso la chiusura del lavoro, un nuovo suggerimento di Silvio Girardi ci portava all’archivio parrocchiale di Andalo per l’ultima verifica riguardo alla Carta di Regola e… quale meraviglia quando, con l’aiuto del parroco don Giovanni Zeni, abbiamo scoperto che proprio lì giaceva l’originale del 1623! Con il suo permesso, il fotografo Sergio Mirri di Fotostudio3 di Andalo ne ha eseguito la splendida riproduzione fotografia qui pubblicata.

 

Avere in mano il documento originale e la sua copia del 1745 ci ha permesso di effettuare una significativa comparazione: il copista settecentesco, pur riportando fedelmente il contenuto della Regola, aveva modificato la forma di numerose parole e gran parte della punteggiatura, rendendo paradossalmente più difficile la comprensione di vari articoli. Abbiamo perciò ricominciato da capo il lavoro trascrivendo ex novo la Carta, con il risultato che il lettore si trova ora davanti. 

 

Oggi abbiamo la disponibilità del corpus completo delle Carte di Regola del nostro territorio. Grazie a questa combinazione di scoperte e ritrovamenti (manca solo l’originale di Spormaggiore) siamo pronti per un nuovo progetto: la pubblicazione di tutte le Carte di Regola dei nostri paesi, a integrazione della collana di libri di fotografie storiche dell’Altopiano della Paganella iniziata nel 2007 con il Progetto Memoria – Fototeca documentaria.

 

Ringraziamo per l’aiuto e i consigli: il Circolo Culturale “Stenico 80 – Giuseppe Zorzi”, il Centro Studi Judicaria, Graziano Riccadonna, Silvio Girardi, Alberto Perli, don Giovanni Zeni, Sergio Mirri, Ugo Pistoia, Renato Lochner e tutti coloro che ci hanno sostenuto nelle ricerche con una viva e amichevole collaborazione.

Ad perpetuam rei memoriam!